Storie...


“Or croson” che da più di cent’anni protegge la Pieve (così dicono) e sotto, la Valle, con i suoi piccoli paesi: Lelgio, Bettagno, Odogno e Pezzolo. Ricchi di storie di gente comune, tutte diverse ma per certi aspetti tutte uguali.

Or croson

Alcune di queste sono state raccontate da Franco Ferrari di Odogno nel libro “di vita e di Pieve”, libro suddiviso in due parti e scritto con il collega e amico Carlo Anselmini. Franco narra con nostalgia di storie di una vita appena passata, di un mondo che é cambiato troppo in fretta, di persone che la maggior parte di noi ha conosciuto, e che tutt’ora conosce, e della sua famiglia.

… e chissà, forse un giorno qualcuno scriverà di lui, de “or maesctro Franco”, un maestro di paese che ha fatto scuola a due generazioni, che ha insegnato persino in Ciad, Africa, un maestro che ha vinto anche un premio con il racconto “Ra Nisciòra”.


Tratto da “DI VITA E DI PIEVE”:

IL MONDO VECCHIO

IL TERZO PONTE

IL MONDO NUOVO

 


Alfredo Giovannini, nella raccolta “Asterischi”, ricorda Lelgio, paese d'origine di suo padre Piero

LELGIO

Ci sono piccoli nuclei abitati che, per esistere esistono, ma pochi sanno dove stanno e qual è la strada da prendere per non perdersi. E ci sono nuclei che tutti conoscono perché vi transitano sovente vicino, ma poi non sanno come si chiamano. Lelgio è di questi, perché è sulla strada che da Lugano porta verso Gola di Lago. Poche case che si stringono l'una all'altra, come per paura della solitudine. Non c'è più un'osteria, che è il segno di vita sociale in quei dolci declivi verdi, che fanno sembrare ancora più ringhiosa la durezza dei Denti della Vecchia che stanno appena sopra. Solo un po' più sotto, a Odogno, c'è un locale aperto mezza giornata, panetteria, negozio di lana, drogheria, tabaccaio, negozio di sospiri. Si vende anche gesso e mastice, che nessuno compera più perché li usavano solo i "maestran" che tornavano d'inverno dal Giura.

Non ci sono nemmeno più galline, che una volta erano l'unica orchestra sinfonica che si poteva sentire nel nucleo, ove la radio arrivò tardi. Solo la fontana pubblica, vecchia di secoli, continua a versare il suo inesauribile filo d'acqua. Forse fra qualche anno si girerà l'ultima chiave nell'ultima serratura.

Visto dal basso Lelgio sembra una casa sola, con le finestre tutte chiuse. Avvicino le labbra al filo della fontana che viene dalla sorgente profonda. Allora mi accorgo che amo Lelgio non per quello che è, ma per quello che ha dato, come si ama una donna.

Alfredo Giovannini